Bari, la storia della Statale 16 sud: negli anni 80 e 90 fu definita la "strada della morte"
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lunedì 30 settembre 2024
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di Silvano Dragonieri*
Fino alla fine degli anni 90 la 16 era nota come "La strada della morte", perché su di essa avvenivano costantemente gravi incidenti. Si calcola che dal 1980 al 1999 siano rimaste uccise più di 250 persone in un tratto di strada lungo all’incirca venti chilometri, senza contare i numerosi feriti gravi, non pochi rimasti invalidi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Guardando la Statale 16 oggi, una superstrada a quattro corsie, con un asfalto liscio e drenante, barriere divisorie sicure (sono anche in corso i lavori di installazione di uno spartitraffico New Jersey di ultima generazione) e moderni sistemi di segnalazione, è impossibile pensare a quanto fosse pericolosa e stretta solo pochi anni fa. Tra l’altro la storica arteria sta per subire ulteriori miglioramenti con la costruzione, entro il 2028, della nuova variante Bari-Mola, che regalerà ai pugliesi e ai numerosi turisti una strada a doppia carreggiata con tre corsie per senso di marcia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Prima dell’inizio del terzo millennio guidare sul tratto di strada tra Bari e Monopoli rappresentava però una vera e propria “sfida”. Fino al 1982 la tangenziale di Bari (allora a due corsie per carreggiata, con l’ampliamento a tre corsie in occasione dei mondiali di calcio del 1990) improvvisamente si restringeva all’altezza di Torre a Mare. E da lì, fino a Monopoli, si trasformava in una lingua di asfalto con una sola e stretta carreggiata, incroci a raso e continui accessi laterali, senza neppure il minimo accenno di una corsia di emergenza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I lavori di ampliamento del tratto Torre a Mare-Mola di Bari, durati circa due anni (nell’ambito dei quali venne scoperta una grotta risalente al neolitico), ebbero l’unico effetto di spostare il punto critico pochi chilometri più a sud.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Alla seconda uscita di Mola, precisamente al chilometro 821, la strada si restringeva bruscamente in mezzo a una curva. La terza uscita richiedeva poi una svolta a sinistra con l’attraversamento di tutta la carreggiata: una manovra altamente rischiosa. Lo stesso percorso, all’inverso, doveva essere affrontato da chi voleva entrare nella Statale 16 provenendo da Mola, tra una marea di auto impazienti e camion in continua circolazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Proseguendo verso Cozze, la strada diventava una strada litoranea che passava in mezzo a zone residenziali. Questo tratto era costellato di accessi a ville e un costante flusso di persone: superare questa sezione richiedeva pazienza e attenzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il viaggio verso Polignano a Mare era ancora pieno di sfide, tra continui ingorghi e numerosi accessi al mare dalla pericolosità sempre crescente. Al chilometro 833 bisognava poi fare una svolta a sinistra per accedere al pittoresco borgo marittimo: una manovra complessa simile a quella di Mola. Ancora più a sud, per raggiungere Monopoli, era infine necessario affrontare una svolta a sinistra altrettanto pericolosa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Solo in questo punto, come un premio ben meritato, la strada si allargava a quattro corsie, anche se più strette rispetto a quelle attuali e senza spartitraffico. Mancava comunque completamente la sicurezza delle corsie di emergenza e delle strade laterali. Questa situazione perdurava fino a Fasano, dove la strada si trasformava in statale 379 e dove nuovi pericoli attendevano il malcapitato automobilista.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dopo tanti incidenti fu chiara a tutti la necessità di intervenire. L'epopea burocratica dell'espansione del tratto stradale tra Mola e Monopoli ebbe inizio nel lontano 1986 richiedendo ben tredici lunghi anni di sfide amministrative, impedimenti e interminabili lavori. E nel 1991, mentre il tratto tra Mola e Cozze era stato finalmente inaugurato, le ruspe che dovevano giungere fino a Monopoli sembravano ancora lontane dall'iniziare il loro lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La crescente indignazione dovuta ai continui ritardi spinse i parenti delle vittime degli incidenti a costituire un'associazione sotto la guida di Giuseppe Gammarota.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Tutto ebbe inizio dopo un tragico incidente avvenuto il primo novembre del 1994 – ci dice il signore, che abbiamo contattato telefonicamente - . In quella terribile giornata, un caro amico di famiglia e le sue due figlie, Giulia e Rossella, persero la vita su quella strada maledetta. In memoria delle due giovanissime vittime, la madre decise di istituire un’associazione di cui io divenni coordinatore. Nel settembre del 1995 la nostra irritazione raggiunse un punto critico. Decidemmo di intraprendere una protesta straordinaria, occupando la statale così da richiamare l'attenzione delle istituzioni. Raccogliemmo centinaia di firme che inviammo al Presidente della Repubblica dell'epoca, Oscar Luigi Scalfaro, il quale fu costretto a intervenire in prima persona, sollecitando l'avvio dei lavori».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel 1996 le ruspe vennero messe in moto e nel novembre del 1999, giusto in tempo per l'arrivo del nuovo millennio, il tratto ammodernato della Strada Statale 16 sud, finalmente sicuro, venne inaugurato e consegnato a milioni di automobilisti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
* Silvano Dragonieri è uno scrittore barese
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Mariano Argentieri - Inoltre, come si nota dalla foto e come si riscontra passando, persistono ancora capannoni con coperture d'amianto. L'area è un deposito di veicoli dell'Esercito.
- Francesco - Sono molto interessanti questi approfondimenti sulle strade della nostra regione. Io pensavo che la doppia carreggiata nella SS16 esistesse fin dal 1962, non sapevo che fino a pochi anni fa la strada fosse ancora a carreggiata unica. Apprezzerei tantissimo se ci fossero approfondimenti anche sulle altre strade di bari e provincia
- Giuseppe - perchè non è mai stata presa in considerazione la costruzione di una autostrada Bari-lecce
- Giuseppe - Durante i lavori di ammodernamento, raggiungere e tornare da Monopoli era una tragedia. Ore ed ore in colonna, soprattutto a pasquetta ed i weekend di ritorno dal mare. Ogni barese ne avrà memoria